Raffreddore, congestione nasale, mal di gola, influenza…si tratta delle più comuni infezioni delle vie respiratorie che colpiscono la popolazione soprattutto durante la stagione invernale. Anche se il fattore eziologico che ne provoca l’insorgenza è nella maggior parte dei casi di tipo virale spesso questi sintomi vengono trattati con antibiotici. Due sono le principali conseguenze negative. Una prolungata assunzione di antibiotici porta a quel fenomeno di antibiotico-resistenza, per il quale un batterio risulta in grado di sopravvivere all’attività di un farmaco antimicrobico. E’ cosa giusta limitare questi medicinali ai casi in cui l’infezione sia provocata veramente da batteri ed è quindi necessario rivolgersi al proprio medico per identificare il ceppo microbico risultante e la miglior cura antibiotica per debellarlo. Inoltre l’influenza “da freddo”, nonostante la natura non pericolosa, rappresenta un onere economico per la società in termini di assistenze mediche, prescrizioni sanitarie e improduttività dovuta ad assenze dal posto di lavoro.

È necessario quindi investire nella ricerca di metodi alternativi mirati alla prevenzione dei sintomi causati da raffreddore ed influenza.

Prima di addentrarci tra le cure naturali è bene ripassare le regole fondamentali:

  • Liberare le vie nasali al bisogno favorendo l’espulsione di virus e batteri
  • Soffiare una narice alla volta per evitare un’eccessiva pressione del muco verso l’orecchio e l’insorgere di otite
  • Cestinare il fazzoletto una volta utilizzato in quanto ricettacolo di germi e lavarsi accuratamente mani e viso, se necessario utilizzando acqua e sale per decongestionare il naso.
  • Evitare luoghi eccessivamente riscaldati e secchi.
  • Aumentare l’idratazione con l’ausilio di tisane per fluidificare il muco e facilitarne il drenaggio.
  • Limitare il latte e i latticini, causa dell’aumento di produzione di muco.
  • I suffumigi con essenze naturali rimangono tra i migliori rimedi.

Effetto medicinale: lavorare a valle, non a monte del problema!

Non sempre contrastare i sintomi porta a risultati soddisfacenti: febbre, raffreddore e mal di testa sono un importantissimo segnale di infiammazione a cui il nostro corpo va in contro per segnalare la presenza di virus e agenti estranei. Non dovremmo mai ricorrere all’uso eccessivo di farmaci sintomatici ma piuttosto favorire il decorso della malattia con riposo e un’alimentazione equilibrata che rinforzi le difese immunitarie.

E che cosa possiamo mangiare per irrobustire l’organismo?

Prediligere la stagionalità e territorialità sempre. Siamo fortunati perché madre natura proprio nei rigidi mesi invernali ci offre un’infinita varietà di prodotti dalle preziose proprietà antiinfiammatorie e antiossidanti:

  • Un agrume al giorno frena il malanno al ritorno. Arance, limoni, mandarini, mandaranci e pompelmi sono sicuramente uno dei tanti alimenti chiave. La cosa migliore è consumarli interi privati della loro buccia esterna: non togliete la sottile pellicina bianca che riveste il succo, chiamata Albedo, perché ricchissima di bioflavonoidi dai poteri antinfiammatori (utili per la salute di pelle, cuore, glicemia e sistema circolatorio). Se ogni tanto preferiamo una bella spremuta ricordiamoci di berla subito per non perdere parte della vitamina C, soggetta a ossidazione. La vitamina C si trova in abbondanza anche in kiwi, rucola, prezzemolo, peperoni e peperoncini… non occorre quindi, a parte casi rari, ricorrere ad integratori alimentari perché disponibile tutto l’anno!
  • Le crucifere: ampio insieme di ortaggi invernali dalle mille virtù. Broccoli, broccoletti, cavolo cappuccio, cavolfiori, verze, cavolini di Bruxelles…contengono composti chimici detti glucosinolati, risultati protettivi non solo nei confronti di determinate forme tumorali (colon-retto) ma anche per le loro proprietà antiinfiammatorie, antiossidanti e antibatteriche. Grazie all’enzima mirosinasi i glucosinolati ed in particolar modo la glucorafanina si trasformano nel suo principio attivo sulforafano, sostanza ricca di azoto responsabile del tipico odore pungente delle crucifere. Questa trasformazione non avviene nell’ortaggio maturo se non si pratica un taglio che mette in comunicazione l’enzima con la glucorafanina, situati in comparti cellulari differenti. Poiché l’enzima viene distrutto in cottura si consiglia il consumo di alcune crucifere crude (ravaneli, rucola, verza e cavolo rosso) e per tutte le altre di sminuzzare l’ortaggio mezz’ora prima di cuocerlo per dare tempo alla reazione di avvenire. Le modalità di cottura migliori sono quella a vapore (non disperde come la bollitura il principio attivo in acqua) o in padella con un filo d’olio, aglio e peperoncino a piacere, o ancora in un minestrone di verdure miste.
  • Infusi di timo, alloro, maggiorana, salvia e rosmarino. E se disponiamo di un buon pezzo di carne perché non unire verdure, erbe aromatiche e spezie dalle proprietà antinfiammatorie per fare un buon brodo di pollo o bollito? Sarà un toccasana per il vostro corpo.
  • Aglio: antibiotico naturale per eccellenza.
  • Tisane con un cucchiaino di miele: una dolce coccola a fine giornata.

Lo sai che saltare il pasto o mangiare troppo poco può renderti ancora più vulnerabile ai malanni da freddo? Nei momenti di calo energetico fai in modo di apportare tutti i nutrienti essenziali per il tuo fabbisogno: una porzione di carboidrati possibilmente con cereali integrali, un contorno di fibra derivante da frutta e verdura stagionale e una scelta consapevole di grassi e proteine alternando tra vegetali e animali.